A SIMPLE LIFE
Ann Hui
Regia: Ann Hui; Attori: Deannie Ip, Andy
Lau.
Paese: Hong Kong; Durata: 117 min ; Anno: 2011
Intervista ad ANN HUI, nata
in Cina nel 1948 e cresciuta a Hong Kong. Al Festival del Cinema di Venezia,
nel 2011, è arrivata quasi in punta di piedi, sconosciuta ai più nonostante una
carriera di enorme spessore, i cui inizi risalgono alla stagione aurea della
New Wave di Hong Kong e il cui prosieguo non ha mai tradito la poetica della
regista. La Hui, pur non disdegnando incursioni nel cinema di genere, ha sempre
privilegiato l’aspetto sociale - e sovente il punto di vista femminile - per
tratteggiare storie di gente comune, ambientate a Hong Kong ma rivolte al mondo
intero. A Simple Life, a cominciare dal titolo così
semplice e così definitivo, pare il coronamento di una carriera mirabile.
Come molte
delle sue opere, specie delle ultime, A Simple Life si concentra ancora su questioni sociali e temi legati
ai ceti meno abbienti. Visto il cast sontuoso e questo titolo così
onnicomprensivo, sente che A
Simple Life sia in
qualche modo “speciale”? Per me
questo film è importante come gli altri, non lo definirei “speciale”.
Sinceramente ho la fortuna di aver sempre girato i film che volevo girare, un
privilegio di cui sono fiera. Sono molto fortunata perché mi è arrivato un
ottimo soggetto su un piatto d'argento e poi ho potuto fare un po' di ricerche
sul campo e avvalermi di un ottimo cameraman come Yu Lik-wai (prestigioso direttore della
fotografia di Hong Kong) e grazie ad Andy Lau ho avuto a disposizione un budget
più elevato del solito. Non lo definirei “speciale”, quindi, ma di certo più
fortunato di altri miei film.
Hai lavorato
con Andy Lau all'inizio della carriera di entrambi, con il durissimo Boat People, caposaldo della New Wave. Come è stato lavorare di
nuovo assieme dopo 30 anni? Lui
è migliorato molto più di me, ho dovuto imparare un sacco di cose da lui! Sul
serio, mi ha insegnato molto riguardo al mercato e a come muoversi a livello
produttivo. È un big shot a tutto tondo, non solo una star della
recitazione.
Lau si è
dato completamente a un film molto diverso dal consueto, mettendo da parte il
glamour e accettando forse per la prima volta la sopraggiunta maturità, non
trova? Sì, è un grande
risultato, un po’ come immaginarsi Jackie Chan in un film completamente privo
di azione. Spiazzante.
In una scena
Lau, Tsui Hark e Sammo Hung - ovvero protagonista, regista e coreografo delle
scene d’azione di Detective
Dee e il mistero della fiamma fantasma - discutono animatamente sulla produzione di un film.
È casuale la scelta del terzetto? Tsui era perfetto per interpretare il grande regista e
quel trio funzionava bene; certo era più credibile perché loro effettivamente
hanno lavorato assieme.
Film come Night & Fog o The
Way We Are rappresentano
in un certo senso l’antitesi di quel che sta avvenendo nel mercato di Cina e
Hong Kong. In un panorama dominato da blockbuster in mandarino, i suoi sono
piccoli film in cantonese come a Hong Kong se ne girano sempre meno. Sente di
essere la depositaria di una tradizione che sta sparendo? Non ho quest'intenzione in particolare, semplicemente
mi sono dedicata da molto tempo a girare film in Hong Kong e non in Cina, ma
non è mai stato un gesto, è successo e come tale sono legata al cinema di Hong
Kong e alla lingua cantonese. Al di là di questo i miei film si rivolgono a
tutti, non solo agli abitanti di Hong Kong, e vorrei che tutti li vedessero.
Anche A Simple Life come i titoli succitati è girato in digitale. Come mai
questa scelta? In parte perché
il cameraman è più esperto nell’uso del digitale e io ne preferisco l'aspetto
per le storie che devo narrare. Non cerco la grana della pellicola, cerco
qualcosa che fotografi nel modo più nitido possibile la realtà.
La realtà di
aree urbane come quella al centro della vicenda di violenza domestica di Night and Fog è davvero toccante. Esistono sacche di povertà inimmaginabili
a poca distanza dalla skyline di Hong Kong... Tinshan è un’area particolare, dal nome affascinante,
che significa “villaggio di cielo e acqua”, ma dalla realtà sconfortante. In
zone come Tinshan si diffonde la nuova povertà, famiglie che sopravvivono
grazie all’assistenza sociale, anche se tutti vestono t-shirt estrose; la gente
non sembra povera, cerca di nascondere la situazione, ma fanno fatica a
mangiare. C'è parecchio contrasto tra apparente prosperità e reale povertà.
Nell’evoluzione del rapporto servo-padrone, che si
trasforma sempre più in relazione familiare, viene in mente il cantore di
questa poetica, Ozu Yasujiro. Quanto è contata l’influenza del maestro
giapponese in A
Simple Life? Ozu è inevitabilmente un’influenza, credo che lo sia per quasi tutti i cineasti.