Cosa
ci resta del cinema
Oggi i film li
troviamo un po’ dappertutto,
sul nostro televisore, ma anche sul nostro computer, sugli
schermi
delle stazioni metropolitane, nelle sale d’aspetto, sui bus e
sugli
aerei, sul nostro cellulare.
E’ vero, il trionfo della
visione fuori dai suoi luoghi istituzionali può essere
celebrato anche
come una vittoria, ma c’è qualcosa che perdiamo, e
questo qualcosa è il
“rito” della visione, dell’andare al
cinema, dove la parola cinema
significa ancora l’insieme di pellicola e sala. Insomma,
abbiamo
perduto quel “vedere” che richiede una situazione
speciale,
una
condizione del corpo oltre che della mente.
Perché in fondo il
cinema è l’unica tra le arti moderne a stringere
con lo spettatore un
patto di complicità: lo inganna, con dei mondi
più veri del vero, ma
allo stesso tempo gli regala un posto di primo piano, gli chiede di
essere lui a fare il film, con i suoi occhi e le sue orecchie pronti a
travalicare i meri dati visibili, per creare un ponte verso un
immaginario fantastico che avvolge spettatore e spettacolo.
Perché
un altro cineforum
Perché se oggi
prevale una
visione fin troppo
facile e distratta, noi crediamo ancora che vi sia spazio per il
piacere di immergersi corpo e mente nell’esperienza filmica,
per
lasciarsi coinvolgere nel gioco di complicità tra spettatore
e film.
E magari far sì che le immagini e il film stesso che
costruiamo con
occhi ed orecchie, possano rimbalzare sulla bocca e farsi storia ed
emozioni da raccontare tornando a casa.
Una
ragione in più
Il
Cineforum della formica aggiunge un valore, perché
coniuga il piacere
per il cinema e la visione di qualità con il valore fondante
dell’ANT:
la salvaguardia della dignità della vita con amore.
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