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   Dino Risi                                                                                                                            Una vita difficile

Schede
registi e
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Mario Monicelli: il padre della commedia all'italiana

Elio Petri: il cinema di qualità al servizio dell'impegno politico

Pietro Germi: vizi e peccati della provincia italiana

Marco Bellocchio: il cinema gridato

Dino Risi: cartoline dall'Italia che cambia

Florestano Vancini: la storia in forma di cronaca

Antonio Pietrangeli: ritratto al femminile

Ettore Scola: viaggio tra sogni e speranze



Dino Risi

     Cartoline dall'Italia che cambia


Dino Risi

 
 

Parecchi anni prima di immortalare sul grande schermo i lungotevere romani su cui amoreggiavano i Poveri ma belli (1956) o il lungomare sorrentino percorso in pompa magna dal maresciallo Carotenuto di Pane amore e... (1955), Dino Risi iniziò la sua carriera di regista girando due cortometraggi sugli anziani di un ospizio e sui barboni di Milano, la città dove è nato il 23 dicembre 1916.

  Laureato in medicina, invece di diventare un illustre psichiatra, nei primi anni '40 preferisce avvicinarsi al mondo del cinema facendo l'assistente di Mario Soldati (Piccolo mondo antico, 1940) e poi di Alberto Lattuada (Giacomo l'idealista, 1942). Durante la guerra si rifugia in Svizzera dove segue i corsi di cinema di Feyder. Padre di Claudio e Marco, anche loro futuri registi, dopo aver girato 23 documentari, nel 1952 dirige il suo primo lungometraggio a soggetto, Vacanze col gangster, storia di un malvivente che evade al posto di un innocente destinato a restare in prigione.

  Con Il segno di Venere del 1955 realizza una delle prime commedie di costume, meglio conosciute come commedie all'italiana, di cui diventerà uno dei registi più prolifici, apprezzati e popolari. Un genere che s'imporrà con successo anche all'estero, grazie soprattutto all'apporto di insigni sceneggiatori e dell'esuberante esercito di grandi attori, che, sulle note dei juke-boxs e alla guida di spyders o di seicento, partecipano al grande sogno del boom economico italiano.

  Nel 1961 riesce a far apparire serio, quasi un eroe positivo, Alberto Sordi in Una vita difficile e l'anno dopo sfida le leggi dell'happy end e l'altezzosa antipatia di Vittorio Gassman, che per far ridere ne Il sorpasso (1962) indossa solo la sua faccia e la maglietta estiva di un uomo qualunque, oppure si cimenta a cantare la struggente Sassi di Gino Paoli nel film a episodi I mostri (1963). Ma dopo tante vacanze trascorse sotto L'ombrellone (1965) di un'affollata riviera adriatica, anche nel suo cinema avanzano altri contenuti e riflessioni, che rispecchiano i mutamenti sociali della seconda metà degli anni'60. Nel 1966 dirige Totò in Operazione San Gennaro, l'attore che arriva a preferire a Charles Chaplin, da sempre uno dei suoi miti cinematografici insieme a Renè Clair, Renoir, Capra o Billy Wilder. Con Gassman, Il mattatore (1960), gira molti film, anche quel Profumo di donna (1974) che quasi vent'anni dopo farà guadagnare ad Al Pacino un Oscar come miglior attore per il remake Scent of a Woman (Martin Brest, 1993).

  Prosegue la sua attività per tutti gli anni '70 e '80, includendo nella ricca galleria dei "suoi" attori di sempre Renato Pozzetto (Sono fotogenico, 1980), Johnny Dorelli (Sesso e volentieri, 1982), Beppe Grillo (Scemo di guerra, 1985), o Lino Banfi e Maurizio Micheli (Il commissario Lo Gatto, 1986). Contemporaneamente realizza film per la televisione, come l'adattamento in due puntate de La Ciociara (1989), sempre con Sophia Loren, Vita coi figli (1990), con Giancarlo Giannini e Missione d'amore (1992), con Carol Alt e Ethan Wayne (figlio di John). Eppure, in mezzo a tanti sorrisi e a tante canzonette, nel suo cinema traspare ogni tanto la malinconia. Magari per un amore magnifico che non ci si rassegna a perdere, un Fantasma d'amore (1981) che Mastroianni insegue per le strade di una Pavia nebbiosa e che ha il viso luminoso e dolente di Romy Schneider.

  Nel 2002 ha ricevuto il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.
Il 2 giugno del 2004, in occasione delle celebrazioni della Festa della Repubblica, il regista riceve dal presidente Carlo Azeglio Ciampi l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce.

  E' morto a Roma il 7 giugno 2008 nel residence dove viveva da tanti anni insieme alla sua compagna..



Una vita difficile

 

Una vita difficile

 

Regia

Dino Risi

 

  

Interpreti

Alberto Sordi, Lea Massari, Franco Fabrizi,

Lina Volonghi, Claudio Gora, Antonio Centa

 

Sceneggiatura

Rodolfo Sonego

 

Produttore

Dino De Laurentis

  

Italia, 1961, b/n, 118 min

Un'esemplare interpretazione di Alberto Sordi,

non più giullare e non solo attor comico.

Una tagliente commedia di Dino Risi (e del suo sodale, lo sceneggiatore Rodolfo Sonego), che costituisce un caso unico in quella che allora andava definendosi commedia all'italiana.

Non c'è ancora il cinismo del genere che diverrà il più importante,

e significativo, del cinema post-bellico.

C'è satira e, insieme, un lucido quadro d'ambiente.

"Il colore del film - sono parole del regista - era dato dagli avvenimenti storici. Però la linfa, il succo, il piacere di seguire la vicenda erano dati dal rapporto tra l'uomo e la moglie".

Lea Massari, chiusa e come imbronciata nel bel personaggio di Elena, tiene testa brillantemente allo sbandato Silvio di Sordi.

Risi talvolta si abbandona al gusto della deformazione macchiettistica quando tratteggia i personaggi di contorno, ma, allorché si avvicina al centro della storia e mette a confronto l'illuso giornalista con l'altezzoso Bracci (un ottimo Claudio Gora), non si fa distrarre e va dritto al segno. Fino al clamoroso effetto finale rappresentato dalla rivolta dello schiavo: una pagina memorabile di cinema comico,

in quella variante epica che riesce solo ai grandi, come Keaton..

 

(Fernaldo Di Giammatteo, Dizionario dei capolavori del cinema, B. Mondadori, 2004)